giovedì 21 luglio 2016

CARLO I D’ASBURGO, UN ESEMPIO PER I NOSTRI GOVERNANTI Marcello Serra 19/07/2016 E’ con assoluta certezza e convinzione che ritengo si possa affermare, come la figura del Beato Carlo, ultimo sovrano dell’impero austroungarico e del Trentino tirolese, l’amata terra dei nostri padri, sintetizzi, attraverso l’esemplare comportamento dimostrato nel suo breve ma intenso impegno al vertice della duplice monarchia, quel principio fondamentale che dovrebbe orientare ogni guida istituzionale, innanzitutto al sacrificio delle proprie esigenze personali in favore del principale dovere di servizio verso il Popolo. E’ in questo senso che Carlo I cercò in ogni modo, anche a fronte dei contrastanti interessi generali che pervicacemente venivano anteposti, dagli altri governi belligeranti, rispetto ai suoi benevoli orientamenti, di giungere all’agognata pace per porre fine a quella che fu definita un’ inutile strage per l’umanità. Anche ai nostri giorni, attraverso la conoscenza della figura di Carlo I, è facile avere conferma di quanto possa essere efficace, per la crescita e per il pacifico sviluppo, sia morale, sia materiale, di una società civile, l'esempio comportamentale offerto da una guida istituzionale giusta e illuminata, pienamente aderente allo spirito cristiano che caratterizza le origini della nostra millenaria cultura. Fin dalla sua giovane età, Carlo I d'Asburgo ha rivelato la sua umanità generosa e docile nell’espletamento della sua impegnativa missione, sempre tesa a comprendere e ad andare incontro, per quanto possibile, alle esigenze dei ceti più deboli, variamente distribuiti fra i numerosi Popoli del suo vasto Impero. Spero vivamente che quanti non abbiano ancora avuto modo di conoscere la vita di Carlo I, possano presto, come è accaduto anche a me, rendersi conto della notevole statura morale di questo grande Imperatore; una statura di grande prestigio etico, laico e religioso che emerge in modo evidente attraverso un’attenta ed approfondita lettura della Storia in cui egli si è trovato immerso, nel secondo decennio del secolo scorso, da involontario protagonista, nel corso della disastrosa scena della prima guerra mondiale. Studiando con profondo interesse e passione gli eventi storici di quel tragico periodo, ho imparato a valutare ed apprezzare la figura di Carlo I, comprendendo chiaramente anche le ragioni che indussero l’indimenticato Papa, San Giovanni Paolo II, ad elevarlo agli onori degli altari con la sua beatificazione, avvenuta nel 2004. Spero vivamente che l’esempio di Carlo I possa essere preso nella più ampia considerazione dai governanti di oggi perché, anche attraverso la sua ispirazione, in un momento così critico per le vicende mondiali, come quello attuale, possano costoro sentirsi indotti ad assumere un comportamento da veri servitori del Popolo e non da insensibili utilizzatori di privilegi a spese dei sacrifici delle persone più povere e bisognose di aiuto. Spero vivamente e per questo prego il Signore Dio Padre Onnipotente affinchè voglia compiere il prodigioso miracolo di convertire al sacrificio personale gli attuali governanti delle nazioni perché vogliano sempre porre, al primo posto della loro azione istituzionale, l’interesse ed il soddisfacimento dei bisogni primari di quanti sono sottoposti alla loro guida di governo. Spero che, attraverso l'intercessione del Beato Carlo I, possa presto realizzarsi un tale formidabile miracolo, anche nell’ottica che ciò possa costituire un concreto e valido elemento di valutazione nel processo canonico in corso per elevarlo, quanto prima, alla definitiva santificazione.

venerdì 24 giugno 2016

L’INTERPRETAZIONE DELLA LEGGE E LA FAMIGLIA NATURALE Marcello Serra 24/06/2016. Colgo l’occasione per esporre alcune considerazioni in relazione alla recente sentenza con la quale il Tribunale per i minorenni di Roma ha autorizzato, nell’ambito di una coppia omosessuale, la “stepchild adoption”, e cioè il riconoscimento ad un uomo del diritto di poter adottare il figlio del compagno, concepito all'estero grazie alla “maternita' surrogata”, meglio conosciuta con il termine di "utero in affitto". Siamo di fronte all’ennesimo caso in cui la legge italiana si lascia piegare alla volontà di un funzionario pubblico qual è un magistrato a cui è stata concessa anche la facoltà di interpretare soggettivamente la legge stessa che invece dovrebbe essere applicata in modo imparziale ed oggettivo. Per questo, fatte salve alcune particolari situazioni, penso che l'unica riforma seria, su cui sia opportuno richiamare l’attenzione e l’impegno di tutti, sia soltanto quella orientata al ripristino dello smarrito buon senso civico che, in una società civile normale, dovrebbe essere posto a baluardo e guida della democrazia e cioè dell'unica forma di governo valida e legittimamente corretta in quanto basata sulla effettiva partecipazione dei cittadini, considerati uguali di fronte ad essa e nella quale il potere viene esercitato dal Popolo attraverso i propri Rappresentanti che liberamente elegge. Purtroppo, da qualche tempo, la nostra democrazia sta evidenziando alcune preoccupanti anomalie di funzionamento che, se non opportunamente corrette, rischiano di stravolgerne i principi fondamentali da cui essa trae tutta la propria ragione istituzionale. In particolare nel corso degli ultimi decenni, il modello di democrazia a cui ogni cittadino era stato educato dai Padri fondatori della nostra Costituzione, sembra aver subito un ingiustificato stravolgimento, almeno per alcuni dei principali aspetti che ne caratterizzano l’impostazione originale. Con ogni probabilità ciò può derivare dagli effetti provocati dall’indifferenza dimostrata, in varie occasioni, da buona parte dei rappresentanti parlamentari i quali, guidati evidentemente anche da valutazioni di calcolo personale dettate principalmente dalle proprie convenienze di posizione, hanno abdicato al proprio compito istituzionale che deve essere costantemente orientato al presidio e alla difesa dei valori della democrazia. Tale atteggiamento ha infatti favorito, in modo surrettizio, il trasferimento di parte del potere reale che era stato loro delegato dal Popolo, ad una classe oligarchica, formata da una certa minoranza di magistrati e da alcune lobbies di supporto che, senza aver ricevuto alcun mandato dal Popolo, si è trovata nella possibilità di poter gestire, anche se in forma indiretta, il potere che il Popolo stesso ormai non sembra più in grado di poter esercitare a pieno. La nostra Costituzione è molto chiara su chi debba essere il titolare del potere che spetta inequivocabilmente al Popolo sovrano; tale chiarezza emerge nel dettato della Carta Costituzionale anche dove la Magistratura viene qualificata quale “Ordine autonomo e indipendente” e non come “Potere autonomo e indipendente” che invece è esclusivamente riservato al Popolo. E’ il Popolo che esercita il potere (legislativo ed esecutivo) attraverso i propri rappresentanti che da questo vengono eletti direttamente. I magistrati che accedono alla carriera giudiziaria attraverso un concorso pubblico bandito dallo Stato, non posseggono il titolo della rappresentatività della volontà popolare proprio perchè non sono stati sottoposti ad alcuna legittimazione da parte del Popolo se non a quella che gli impone il dovere istituzionale di applicare le leggi volute e scritte dal Popolo stesso. Come appare evidente anche nel caso particolare della “stepchild adoption” e cioè dell'adozione del figlio del convivente nelle coppie omosessuali, la decisione ultima e definitiva su questo fondamentale principio di giustizia etica e sociale che spetterebbe al Parlamento, contravvenendo fra l’altro al noto principio “delegatus non potest delegare” è stata delegata, dai nostri rappresentanti, ai giudici che, anche se privi di mandato del Popolo, hanno assunto la facoltà di esercitare unilateralmente la più ampia e personale autonoma scelta in vece del Popolo Italiano, facendo precipitare nel caos più disordinato la nostra cultura e la nostra ultramillenaria tradizione. Una tradizione culturale di altissimo livello che caratterizza la nostra illuminata civiltà, sviluppata ed accresciuta in modo inequivocabile grazie anche alla fondamentale istituzione, nella propria struttura sociale, della Famiglia naturale che ora invece viene offesa, trascurata e...addirittura derisa quasi fosse un esempio superato e retrogrado di cui vergognarsi e addirittura da abiurare! Sono certo che la nostra Società civile non potrà, senza l’urgentissimo apporto di sostanziali ristrutturazioni etiche e morali, aspirare ad un futuro proficuo per lo sviluppo delle prossime generazioni.

lunedì 16 maggio 2016

IL MATRIMONIO ARTIFICIALE E LA FAMIGLIA UMILIATA Marcello Serra 12/05/2016 Qualche tempo fa ho appreso una notizia che riportava la presunta affermazione di un presidente di regione, il quale avrebbe dichiarato che la Madonna, era una ragazza madre. Non ho elementi per verificare se quel presidente abbia effettivamente pronunciato quella frase offensiva nei confronti della Madre di Dio, della Chiesa e dei cristiani ma, al di là della veridicità o meno di tale affermazione, si può oggettivamente rilevare come, da tempo, in vari ambienti della nostra società, stiano emergendo, con sospetta insistenza e frequenza, considerazioni e prese di posizione sempre e inequivocabilmente orientate alla demolizione di quei princìpi cardine su cui è fondata la nostra plurimillenaria cultura. Traendo spunto dalla frase citata con la quale l’immagine della Madre di Dio sarebbe stata ridotta ad una “semplice” ragazza madre, è facile rendersi conto come una tale squallida idea possa apparire utile soltanto a chi, in perfetta malafede, abbia avuto interesse a dimostrare come un nuovo e più moderno modello di famiglia sia in grado di funzionare anche al di là delle regole stabilite dalla natura. Infatti è proprio attraverso il subdolo richiamo ad una delle Figure più care del Vangelo, come la Madonna che, in effetti, gli astuti detrattori della Fede e anche della Verità, ben distribuiti nei vari strati della società civile, vorrebbero lasciare intendere come anche la Famiglia di Nazareth non fosse poi stata così normale come si vorrebbe far credere in quanto anche il matrimonio tra gli Sposi delle Scritture, sempre secondo il deviato ragionamento dei sedicenti moderni sapienti, sarebbe stato soltanto un matrimonio di opportunità. Ciò in totale spregio sia della Verità laica naturale, sia di quella, tramandata, di generazione in generazione, che costituisce l’essenza della dottrina cristiana. Il fazioso ragionamento appena richiamato viene utilizzato come rozzo strumento di sostegno alla stravagante teoria che punterebbe a far considerare come “normale” qualsiasi configurazione di famiglia, svincolata da quella naturale, al fine di aprire un facile varco alla legittimazione di nuove teorie e regolamentazioni sulla famiglia stessa, come purtroppo si è già verificato recentemente nel Parlamento italiano a conclusione dell’iter legislativo che ha formalizzato la legittimazione del “matrimonio artificiale” e cioè il riconoscimento legale dell’unione fra individui dello stesso sesso. La costante insistenza con cui proliferano le più disparate motivazioni, di carattere propagandistico, accuratamente sostenute da vari giornalisti e da noti comunicatori dell’informazione telediffusa, prontamente inclini all’osservanza lineare dell’intransigente impostazione progressista alla moda, lascia emergere una certa volontà di “educare” all’osservanza di un presunto neomodernismo culturale la maggior parte dell’opinione pubblica, “spiegando” a quest’ultima come l’istituto della famiglia, nella sua accezione naturale del termine, sia da ritenere un retaggio superato e quindi da respingere, in quanto adatto soltanto ad una società antiquata e tradizionale, reazionaria e per niente moderna. Ogni persona di buon senso, anche se non credente, è perfettamente in grado di valutare la diversità naturale che intercorre tra una coppia eterosessuale ed una coppia omosessuale; una diversità che, almeno dal punto di vista della potenzialità riproduttiva, può essere dimostrata dall’incontestabile enunciato biologico che assegna soltanto alla coppia formata da maschio e femmina, in condizioni fisiche normali, la possibilità di generare figli e quindi di assicurare all’umanità il processo di riproduzione della specie. Ciò premesso, nel caso di coppie omosessuali, mi sembra giusto non frapporre ostacoli alle proposte di modifica delle leggi che regolino e garantiscano i rispettivi diritti degli individui che le formano, a condizione però che le integrazioni di legge in tale senso siano effettivamente limitate alla tutela dei diritti personali, escludendo con chiarezza ogni possibilità di trasferire, anche surrettiziamente, in capo alla coppia omosessuale, i medesimi diritti/doveri che la Costituzione riserva soltanto alla coppia naturale; ciò in quanto, in caso diverso, costituirebbe un’evidente legittimazione forzata dell’equivalenza del termine “matrimonio” con quello riferibile invece ad una “unione di coppia omosessuale”. In realtà, per il cristiano, l’unica vera famiglia non può che essere quella modellata direttamente dalle mani del Creatore, sulla quale Egli ha lasciato impressa la propria impronta (il Suo “copyright”) fin dall’inizio dei tempi e cioè fin dal momento della creazione universale quando, al generarsi delle condizioni ideali, Egli stesso alitò sull’uomo e sulla sua compagna che era una donna, la potenza del Suo soffio vitale. L’esclusività e l’unicità di questo modello perfetto è stata ulteriormente sottolineata e ribadita anche attraverso l’esempio evangelico della Sacra Famiglia di Nazareth, formata da un Padre maschio, da una Madre femmina e da un Figlio. Non risultano in natura altri schemi al di fuori di quello originale perché l’autenticità dell’opera Divina o, per chi non crede in Dio, della Natura, si riconosce dalla perfezione dei suoi modelli che restano e resteranno per l’eternità unici ed inimitabili, anche se alcuni si ostinano a volerne costruire diversi alternativi. Secondo gli interessati detrattori di questa inconfutabile Verità di principio, la famiglia non dovrebbe più essere considerata, nella sua forma, come un’immagine esemplare e immodificabile ma piuttosto come una configurazione concettuale dinamica tale da poter adattare e scegliere di volta in volta a seconda dei gusti; insomma una famiglia dotata innanzitutto del principale requisito funzionale alla possibilità di evolvere liberamente anche nelle forme più varie come, ad esempio, in quella costituita da due o più individui del medesimo sesso. Per garantire tutto il proprio sostegno a questa tesi, i soliti sedicenti moderni teorici, ben sostenuti dalle facoltose lobbies mondiali dei sabotatori della suprema Verità morale, hanno alimentato una così intensa campagna mediatica da essere riusciti, anche con il sostegno di una classe politica compiacente, sempre interessata al facile consenso, a far percepire all’opinione pubblica l’epilogo legislativo dell’11 maggio, come una grande conquista sociale ed una vittoria su quanti si erano schierati in difesa della famiglia e della sua configurazione naturale la quale si rispecchia anche nel modello configurato dall’articolo 29 della nostra Costituzione che lo indica quale società naturale (unione di un uomo e di una donna) fondata sul matrimonio. Purtroppo l’unica barriera che la Costituzione era in grado di opporre al prorompente assalto delle schiere mobilitate per il cambiamento è ormai caduta ed ora, superato quell’ultimo argine costituzionale, è lecito soltanto chiedersi quanto tempo ancora si dovrà attendere per vedere compiersi il passo successivo verso la totale disgregazione della nostra società civile quando, annientata ogni residua resistenza dei difensori della morale e del buon senso, si arriverà a proporre di considerare come famiglia anche qualsiasi altra entità costituita da due o più soggetti, non escludendo ad esempio il cane, purchè regolarmente adottato! La Chiesa, consapevole dei pericoli derivanti da questa nuova legge sulle unioni civili, ha sempre cercato di richiamare i propri fedeli al doveroso rispetto degli insegnamenti che Dio fa loro pervenire, per il suo tramite. E’ evidente che noi credenti non abbiamo fatto tutto ciò che sarebbe stato necessario fare, svolgendo cioè un’azione di testimonianza vera e convinta, del tipo “senza se e senza ma”. Infatti l’esito dell’iter legislativo che ha portato a questo risultato è stato poco contrastato da chi avrebbe dovuto e potuto farlo, mentre è stato molto favorito e sostenuto dall’atteggiamento degli schieramenti opposti attraverso la diffusione dell’idea di una presunta esigenza di cambiamento, necessaria a liberare la gente dalle ingombranti pastoie morali che, a loro dire, ne frenerebbero le aspirazioni più moderne ed evolute. Con l’approvazione della legge sulle unioni civili, avvenuta anche con il ricorso all’astuto e ricattatorio artifizio della “fiducia al governo”, i suoi baldanzosi sostenitori hanno sottolineato che l’11 maggio dovrebbe essere considerato un giorno di festa per tutti, anche per chi, come me, non è d’accordo con questa legge che ha umiliato profondamente la Famiglia naturale e che ha dimostrato il più totale disinteresse, da parte di alcuni settori della politica, per le questioni e la difesa dei principi morali, tranquillamente sacrificati sull’altare di un più facile consenso e potere personale. Non sono in grado di prevedere quanto tempo trascorrerà ora dal compimento del successivo e disastroso passaggio che, ahimè, inevitabilmente condurrà alla legalizzazione dell’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali. Per questo si rende necessario e doveroso assumere un più efficace responsabile atteggiamento in difesa dei principi fondamentali che, se per i credenti, sono alla base della Fede, per gli altri ed in generale per tutti, rappresentano pur sempre delle irrinunciabili basi per progredire in un sano e corretto sviluppo della nostra società civile. Intanto si assiste alla passerella trionfante e vanitosa dei politici, fra cui purtroppo anche alcuni di quelli che hanno sempre manifestato, a parole, specialmente sotto elezioni, uno spiccato attaccamento ai valori della morale cristiana i quali, prigionieri del proprio egoismo, collegato alla più conveniente rendita di posizione da “seggio sicuro”, stanno tentando ora di spacciare la legge da loro approvata sulle unioni civili come una straordinaria e ineluttabile evoluzione etica della nostra società, richiamando ciò che, già da tempo, è stato fatto al riguardo in alcuni stati europei, considerati anche per questo più moderni ed illuminati. La realtà è che il rapido decadimento dei princìpi morali, come un virus inarrestabile, sta distruggendo tutto ciò che di buono è stato realizzato in tanti secoli di storia trascorsa nel solco fondamentale della nostra cultura e della nostra tradizione cristiana che ora purtroppo sta rischiando di soccombere sotto gli assalti dei suoi nemici, sia interni, sia esterni.

sabato 2 aprile 2016

L’AUTONOMIA TRENTINA FRA ALPINI E SCHÜTZEN

Ognuno è libero di coltivare le proprie convinzioni come meglio crede; nel momento in cui si ritenesse opportuno coinvolgere gli altri sulle proprie idee, a mio parere, occorre sempre farlo sulle basi paritetiche del reciproco rispetto e dell’adeguata conoscenza dei fatti storici. Attraverso il mutuo rispetto e l'educazione è possibile dimostrare tutta la dovuta attenzione agli argomenti che vengono prospettati da chi non la pensa come noi mentre, con l'umiltà nell’ascolto delle ragioni dell’altro e con l'impegno ad approfondire i fatti storici reali, è possibile talvolta giungere anche all’obiettiva revisione di alcuni dei propri convincimenti. Non vedo infatti alcuna ragione di contrapposizione fra Alpini e Shützen in quanto personalmente, di ambedue le organizzazioni, ho sempre cercato di cogliere gli aspetti positivi che, in ogni tempo e in ogni luogo, ne hanno fatto e ne confermano l'onore. La contrapposizione esasperata fra le due fazioni nasce invece quando una vuole prevalere a tutti i costi sull'altra che, a sua volta, sentendosi attaccata, si incatena ancor di più ai propri convincimenti, provocando, nel confronto fra i due contendenti, la rinuncia, da ambo le parti, alla proficua ricerca delle cose che uniscono piuttosto che all’esaltazione di quelle che dividono. In definitiva, la realtà storica del Trentino è quella che è, non è un' opinione ma un’affermazione della Storia: un millennio durante il quale il nostro territorio ha svolto un importantissimo ruolo di cerniera fra due culture, a nord e a sud delle Alpi, fra quella sassone e quella latina. La Storia ci insegna che, fin dalla fondazione del Principato Vescovile, per tanti secoli, la nostra Terra e la sua popolazione hanno potuto godere di una forma di governo autonoma e di valide garanzie sulla protezione civile e militare; ciò proprio in virtù della sua appartenenza statutaria, al Sacro Romano Impero Germanico, decaduto solo nel 1804 per volere del tiranno francese Napoleone I. Anch'io ho prestato il servizio militare di leva come Ufficiale di complemento dell' Esercito italiano e ne vado fiero avendo dato 15 mesi della mia vita allo Stato Italiano, dove sono nato e cresciuto, come era giusto che fosse anche se, posso analogamente affermare che avrei tenuto il medesimo orgoglioso atteggiamento di onesto cittadino nel caso in cui avessi dovuto prestare il servizio militare nell'esercito austroungarico nell’eventualità di un diverso esito della 1^ guerra mondiale. Mio padre ad esempio, nato austriaco nel 1911, fra servizio militare di leva, guerra e richiami vari, ha dato, come Sottufficiale dell’esercito, ben 11 anni della sua vita alla “naja” italiana di cui, quasi tre, come prigioniero in Germania, mentre suo padre e suo fratello, nel 1° conflitto mondiale, militarono nell’esercito austroungarico al servizio degli Imperatori Francesco Giuseppe e Carlo I, per difendere la loro Patria, sia contro l'Italia, sia contro gli stati dell’Intesa. Tutto questo è Storia e non la si può ignorare; bisogna avere la volontà e la pazienza di leggerla con calma, dedicandole ogni opportuna riflessione ed avendo cura di attingere da varie e diversificate fonti per non rischiare di costruirsi delle idee preconfezionate da altri, come ad esempio quelle diffuse dai vincitori che, come sempre, la Storia la sanno raccontare molto bene ma solo dal proprio punto di vista. Occorre che gli Alpini Trentini tengano presente di essere figli e discendenti degli Schützen che, come loro, portavano e portano nell'animo lo stretto legame con il proprio territorio che, anche se viene spesso confuso con lo Stato, la nostra attuale Istituzione politica, sempre e comunque da rispettare, rappresenta nell’intimo di ognuno di noi la terra di origine dei padri. In questa accezione il territorio rappresenta quell’ambiente morale, quella casa ideale, diffusa tra le nostre montagne e adagiata sulle nostre verdi vallate ove affondano le radici delle nostre tradizioni, ove sono racchiusi i nostri ricordi e i nostri affetti più cari che hanno dato origine alla nostra cultura, offrendo alle generazioni passate di questa nostra terra materna e paterna le risorse basilari per la sopravvivenza e lo sviluppo della gente che qui ha vissuto e che ancora ci vive! E’ proprio grazie a queste considerazioni, forse attualmente non molto condivise dalle altre Regioni Italiane, tendenti piuttosto a considerare noi trentini come dei privilegiati, che il nostro Trentino ha potuto ottenere, dallo Stato Italiano, lo Statuto dell'Autonomia attraverso la quale viene sottolineata, ancora oggi e certamente senza eccezioni anche da parte degli Alpini trentini, questa nostra diversità storico-culturale e territoriale. Marcello Serra 02/04/2016

venerdì 1 aprile 2016

DIMISSIONI MINISTRO GUIDI

Non conosco nei dettagli la vicenda che ha coinvolto il ministro Guidi e quindi non entro nel merito della questione, limitandomi soltanto a considerare come, nel suo complesso, il comportamento della classe dirigente che ha caratterizzato il quadro di riferimento socio-politico degli ultimi trenta-quarant’anni, non abbia mai effettivamente dato prova di volersi impegnare concretamente ad operare nell'interesse di tutti i cittadini, preferendo agire piuttosto con delle finalità tese ad alimentare e mantenere in funzione un perverso meccanismo, pagato sempre dalla gente comune, in grado di assicurare una sorta di "moto perpetuo", ad appannaggio del singolo, nei vari ruoli da lui prescelti, di volta in volta, a seconda delle più favorevoli occasioni del momento, come ad esempio quello di aspirante leader, di aspirante parassita, di cattivo maestro, di nano, di ballerino, di complice, di traditore di elettori, ecc., senza trascurare le astute invenzioni e la messa a punto di specifiche organizzazioni/carrozzoni, utili solo ad imbarcarvi tutta la pletora dei "portaborse" e dei vari "portatutto" che, girando all'interno e all'esterno dei Palazzi del Potere, vanno scroccando tutto ciò che sia possibile scroccare, ovviamente sempre a spese della Collettività. Questo moto perpetuo, "mutatis mutandis", nonostante l’attuale critica situazione generale in cui la popolazione si sta dibattendo fra mille difficoltà, continua imperturbato ancora a funzionare utilizzando, per il suo mantenimento, l'energia che sottrae in continuo dalle vene e dalle tasche della povera gente la quale, ignara e paziente, sembra ormai rassegnata a considerare tale vergognosa situazione quasi come una punizione ineluttabile da scontare, non si sa per quale colpa mai commessa. Purtroppo il quadro di riferimento in cui ci troviamo immersi, trae le sue origini ed affonda le sue radici nell’eccesso di leggerezza con cui tutti noi abbiamo tollerato, per troppo tempo, l’abbandono dei valori fondanti della nostra Società Civile, favorendo la formazione ed il consolidamento di una società, cosiddetta moderna, in cui la Morale che non è necessariamente una caratteristica dell'uomo di fede ma che appartiene al DNA dell'umanità, viene ignorata e calpestata da comportamenti e da leggi spesso ingiuste e talvolta immorali che sembrano premiare il misfatto ed il furbo che lo commette, trascurando invece di evidenziare ed esaltare il sacrificio quotidiano di chi la Morale la vive applicandola realmente anche a costo di soffrire dignitosamente nella povertà e nelle difficoltà quotidiane, rifiutando di macchiarsi della vergognosa colpa di fare ricorso agli aiuti e agli aiutini dei soliti "amici autorevoli" che invece, hanno da tempo allestito l’allegro circolo di “Mutuo Soccorso Perpetuo”, strettamente loro riservato, rigorosamente a spese della collettività. Spero tanto che al più presto possa germogliare e prendere forza, in tutte le persone di buona volontà, un efficace rinsavimento morale ed un convinto ritorno ai sani insegnamenti di quanti, prima di noi, con esemplare impegno, serietà, onestà e fatica, hanno saputo costruire questa nostra società civile, impostandola sulle solide basi della Correttezza, della Verità e della Giustizia.

ANNIVERSARIO DEL TRANSITO DEL BEATO CARLO I ( FUNCHAL 1° aprile 1922 )

Il Beato Carlo rappresenta il modello di Governante da cui ogni Popolo ambirebbe di poter essere guidato. I suoi princìpi furono la Fedeltà allo Stato, la Correttezza Istituzionale, l'Onestà e lo Spirito di Servizio offerto con benevolenza alla propria Gente, senza alcun tornaconto personale. La sua fu una Persona profondamente impegnata per il bene dei suoi Popoli e per la pace, quest'ultima quale obiettivo fondamentale da perseguire a tutti i costi come Egli dimostrò di volere inseguire nella sua seppur breve ma intensa attività di Imperatore. Come Uomo, Marito e Padre, seppe inoltre sempre dimostrare un profondo attaccamento ai princìpi morali alla base della sua inossidabile fede religiosa. Come Cittadino seppe dimostrare la propria incrollabile dignità, fino alla fine, vivendo, con la sua famiglia, un’ esistenza modesta e sacrificata a seguito del suo forzato esilio che seppe vivere facendo riflettere la sua splendida nobiltà d'animo che sempre ne caratterizzò l'esemplare comportamento.

RISPETTO PER IL PAPA

Al di là di ogni considerazione personale sull'atteggiamento del Sommo Pontefice, occorre avere rispetto per la Sua Persona e per ciò che Egli rappresenta: Egli infatti è il Successore di Pietro e Vicario di Cristo, come riportato chiaramente nel Vangelo che dichiariamo di volere onorare e rispettare come fedeli Cristiani Cattolici. Si può avere un'idea diversa dal Papa su come affrontare le problematiche che affliggono, specialmente i questi giorni, l'umanità ma ciò non deve indurci a pretendere di poter "insegnare" al Papa cosa Egli debba fare o non fare in quanto, come in tutti i suoi predecessori incoronati nei tempi passati e come quelli che, in futuro, siederanno sulla Cattedra di Pietro, il Papa viene eletto dal Collegio dei Cardinali attraverso l’autorevole intervento dello Spirito Santo che provvede ad illuminarlo e ad ispirarlo nel compimento del suo magistero, guidandolo e facendolo operare come solo Dio sa fare, per il bene dell'intera Umanità. Anche se talvolta certe scelte del Pontefice possono sembrare a qualcuno incomprensibili o contraddittorie, esse vanno comunque rispettate perchè questo è ciò che ci viene imposto dal Credo da noi proclamato come base fondamentale della nostra Fede.

domenica 6 marzo 2016

La monarchia Asburgica

Non v’è dubbio che la Monarchia Asburgica abbia dato prova, in tanti secoli del suo regno, di grande capacità e serietà nell'amministrare i propri Popoli dei quali, anche a fronte della molteplicità delle etnie (11 nazionalità) presenti nel loro Impero, ha sempre rispettato e difeso storia e tradizione. Inoltre, la vera forza degli Asburgo, scaturiva dal loro profondo senso dello Stato e dallo stretto legame con cui la grande Dinastia si rapportava con le sue popolazioni. Fin dai primi secoli del governo della Casa d’Asburgo che estendeva il proprio dominio su un vastissimo territorio compreso fra la Spagna e l’Austria, dall’Imperatore Massimiliano I al grande Carlo V, per citarne solo alcuni rappresentanti ed i loro antenati e successori, gli Asburgo hanno sempre dato prova di un profondo senso del dovere nell’amministrazione della cosa pubblica, introducendo importanti riforme per contribuire ad elevare il livello di qualità della vita e di sviluppo sociale delle popolazioni, compresa quella tirolese di lingua italiana. Basti ricordare la grandissima e indimenticabile Imperatrice Maria Teresa che considerava i propri concittadini innanzitutto come dei figli a cui dedicava con energia le proprie cure come una madre affettuosa e, allo stesso tempo, severa. Da Maria Teresa fu introdotta la legge che imponeva l’istruzione obbligatoria a tutti i cittadini fino all’età di 14 anni, a cura dello Stato e completamente gratuita; con l'introduzione della riforma del Catasto che divenne preciso e probatorio, venne introdotta l'uguaglianza dei doveri per il pagamento dei tributi e delle tasse; dovere che venne esteso anche alle categorie dei nobili e dell’alto clero che fino ad allora avevano goduto di esenzione totale. Altre importantissime riforme vennero introdotte da questa grande Imperatrice, come ad esempio quella dell'istituzione delle Accademie Militari per la formazione degli Ufficiali dell’esercito, a cui potevano accedere tutti i cittadini, anche i più poveri, purchè capaci e meritevoli, indipendentemente dal censo di appartenenza. Tutte cose queste che i “regnicoli” italiani, sottoposti, fin dal 1859 (a partire dall’annessione della Lombardia al regno di Sardegna) al governo della casa Savoia, neanche potevano immaginare di sognare! Anche se sappiamo bene che la Storia non potrà mai essere “riscritta” a posteriori, con le ipotesi dei "se" e dei "ma", seppure da un punto di vista teorico, non si potrebbe escludere del tutto l’eventualità che, se l'Italia si fosse mantenuta almeno neutrale, senza schierarsi, nel maggio 1915, a fianco delle potenze dell'Intesa (Francia, Inghilterra e Russia), anche a fronte dell'aiuto militare fornito a quelle stesse potenze dagli USA, intervenuti solo successivamente, la vittoria della 1^ guerra mondiale avrebbe potuto essere ottenuta dall'Austria-Ungheria e dalla Germania, sua alleata. In tale ipotetico caso, il diverso esito della prima guerra mondiale avrebbe senz’altro risparmiato all’umanità e all’Europa, la tragedia della 2^ guerra mondiale, provocata dal violento e sanguinario regime nazista, salito al potere in Germania nei primi anni trenta, al cui seguito, verso la fine degli anni trenta, si era accodato anche il disastroso governo fascista, instauratosi in Italia fin dal primo dopoguerra. Rimanendo sempre nel campo delle ipotesi teoriche, è possibile ritenere che, senza il verificarsi del tragico evento del secondo conflitto mondiale, molti stati del vecchio continente avrebbero potuto sviluppare pacificamente forme di collaborazione commerciale e di sviluppo industriale che avrebbero potuto evolvere anche verso la formazione di una federazione funzionante e ben organizzata la quale avrebbe rappresentato sicuramente un’ottima realtà costituzionale europea fin dalla prima metà del secolo scorso, anticipando così, di oltre un secolo, la vera Europa dei Popoli, sul modello di quello costruito, in tanti secoli, dagli Asburgo che lo seppero tenere in funzione, fino al secondo decennio del secolo scorso, con la grande figura di Francesco Giuseppe I e con quella del suo successore, il Beato Carlo I, ultimo Imperatore effettivo. Ma il quadro di riferimento che si delineava nella situazione europea, fin dagli ultimi decenni del XIX secolo, era un quadro che non lasciava tranquilli sia i Francesi, sia gli Anglo-Americani i quali, preoccupati di perdere il presidio delle rispettive egemonie commerciali, sia in Europa, sia nel mondo, a fronte dell’evidente crescente sviluppo industriale che in quel periodo andava caratterizzando l’efficienza organizzativa degli imperi centrali, per salvaguardare in primis i propri interessi, riuscirono a “convincere”, senza spendere neanche troppa fatica, l'Italia dei “sempreavidi” e “maisazi” Savoia, a tradire la Triplice Alleanza con la stipula dei PATTI SEGRETI di Londra nell’aprile 1915, nei quali era previsto che, entro un mese dalla data di stipula, l’Italia si impegnava a dichiarare guerra all’Austria-Ungheria. E fu così che il 23 maggio 1915, l’Italia dichiarò guerra all’Austria-Ungheria, senza che quest’ultima avesse svolto alcuna azione offensiva nei confronti degli italiani.

La monarchia Asburgica

Non v’è dubbio che la Monarchia Asburgica abbia dato prova, in tanti secoli del suo regno, di grande capacità e serietà nell'amministrare i propri Popoli dei quali, anche a fronte della molteplicità delle etnie (11 nazionalità) presenti nel loro Impero, ha sempre rispettato e difeso storia e tradizione. Inoltre, la vera forza degli Asburgo, scaturiva dal loro profondo senso dello Stato e dallo stretto legame con cui la grande Dinastia si rapportava con le sue popolazioni. Fin dai primi secoli del governo della Casa d’Asburgo che estendeva il proprio dominio su un vastissimo territorio compreso fra la Spagna e l’Austria, dall’Imperatore Massimiliano I al grande Carlo V, per citarne solo alcuni rappresentanti ed i loro antenati e successori, gli Asburgo hanno sempre dato prova di un profondo senso del dovere nell’amministrazione della cosa pubblica, introducendo importanti riforme per contribuire ad elevare il livello di qualità della vita e di sviluppo sociale delle popolazioni, compresa quella tirolese di lingua italiana. Basti ricordare la grandissima e indimenticabile Imperatrice Maria Teresa che considerava i propri concittadini innanzitutto come dei figli a cui dedicava con energia le proprie cure come una madre affettuosa e, allo stesso tempo, severa. Da Maria Teresa fu introdotta la legge che imponeva l’istruzione obbligatoria a tutti i cittadini fino all’età di 14 anni, a cura dello Stato e completamente gratuita; con l'introduzione della riforma del Catasto che divenne preciso e probatorio, venne introdotta l'uguaglianza dei doveri per il pagamento dei tributi e delle tasse; dovere che venne esteso anche alle categorie dei nobili e dell’alto clero che fino ad allora avevano goduto di esenzione totale. Altre importantissime riforme vennero introdotte da questa grande Imperatrice, come ad esempio quella dell'istituzione delle Accademie Militari per la formazione degli Ufficiali dell’esercito, a cui potevano accedere tutti i cittadini, anche i più poveri, purchè capaci e meritevoli, indipendentemente dal censo di appartenenza. Tutte cose queste che i “regnicoli” italiani, sottoposti, fin dal 1859 (a partire dall’annessione della Lombardia al regno di Sardegna) al governo della casa Savoia, neanche potevano immaginare di sognare! Anche se sappiamo bene che la Storia non potrà mai essere “riscritta” a posteriori, con le ipotesi dei "se" e dei "ma", seppure da un punto di vista teorico, non si potrebbe escludere del tutto l’eventualità che, se l'Italia si fosse mantenuta almeno neutrale, senza schierarsi, nel maggio 1915, a fianco delle potenze dell'Intesa (Francia, Inghilterra e Russia), anche a fronte dell'aiuto militare fornito a quelle stesse potenze dagli USA, intervenuti solo successivamente, la vittoria della 1^ guerra mondiale avrebbe potuto essere ottenuta dall'Austria-Ungheria e dalla Germania, sua alleata. In tale ipotetico caso, il diverso esito della prima guerra mondiale avrebbe senz’altro risparmiato all’umanità e all’Europa, la tragedia della 2^ guerra mondiale, provocata dal violento e sanguinario regime nazista, salito al potere in Germania nei primi anni trenta, al cui seguito, verso la fine degli anni trenta, si era accodato anche il disastroso governo fascista, instauratosi in Italia fin dal primo dopoguerra. Rimanendo sempre nel campo delle ipotesi teoriche, è possibile ritenere che, senza il verificarsi del tragico evento del secondo conflitto mondiale, molti stati del vecchio continente avrebbero potuto sviluppare pacificamente forme di collaborazione commerciale e di sviluppo industriale che avrebbero potuto evolvere anche verso la formazione di una federazione funzionante e ben organizzata la quale avrebbe rappresentato sicuramente un’ottima realtà costituzionale europea fin dalla prima metà del secolo scorso, anticipando così, di oltre un secolo, la vera Europa dei Popoli, sul modello di quello costruito, in tanti secoli, dagli Asburgo che lo seppero tenere in funzione, fino al secondo decennio del secolo scorso, con la grande figura di Francesco Giuseppe I e con quella del suo successore, il Beato Carlo I, ultimo Imperatore effettivo. Ma il quadro di riferimento che si delineava nella situazione europea, fin dagli ultimi decenni del XIX secolo, era un quadro che non lasciava tranquilli sia i Francesi, sia gli Anglo-Americani i quali, preoccupati di perdere il presidio delle rispettive egemonie commerciali, sia in Europa, sia nel mondo, a fronte dell’evidente crescente sviluppo industriale che in quel periodo andava caratterizzando l’efficienza organizzativa degli imperi centrali, per salvaguardare in primis i propri interessi, riuscirono a “convincere”, senza spendere neanche troppa fatica, l'Italia dei “sempreavidi” e “maisazi” Savoia, a tradire la Triplice Alleanza con la stipula dei PATTI SEGRETI di Londra nell’aprile 1915, nei quali era previsto che, entro un mese dalla data di stipula, l’Italia si impegnava a dichiarare guerra all’Austria-Ungheria. E fu così che il 23 maggio 1915, l’Italia dichiarò guerra all’Austria-Ungheria, senza che quest’ultima avesse svolto alcuna azione offensiva nei confronti degli italiani.

venerdì 26 febbraio 2016

LO STRAVOLGIMENTO DELLA LINGUA ITALIANA

Attraverso la notizia recentemente diffusa con riferimento alla parola “petaloso” che ha riscosso così tanta ammirazione da parte dell’Accademia della Crusca e dei mezzi di comunicazione, si stanno già introducendo altre pseudo parole che punterebbero a trovare analoga accoglienza nel nostro lessico che, a mio parere, corre il serio rischio di essere così dinamico da finire per diventare anche labile cioè instabile ed evanescente come una qualsiasi forma dialettale. In un recente messaggio su facebook è stato chiesto ai visitatori del sito di esprimere un giudizio su questa abitudine di introdurre nuovi termini lessicali, invitando i visitatori stessi a suggerire, a loro volta, un termine che possa caratterizzare questa novità che riguarda il nostro linguaggio. Da parte mia, il termine che suggerirei è questo: “SCANDALOSO” ! E' scandaloso infatti che si permetta che la nostra bellissima madre lingua venga così sistematicamente deturpata, offesa e stravolta. Che qualcuno si azzardi, se ne avesse il coraggio, a fare altrettanto con l'idioma francese! Se si continua così a stravolgere la nostra lingua, per l’ormai evidente ignoranza dei parlanti, lasciando che questa venga sistematicamente stravolta, per l’inammissibile incompetenza anche di chi dovrebbe insegnare le giuste regole della nostra lingua madre, ognuno potrà sentirsi autorizzato, in pubblico, in privato, in televisione, a scuola, ecc. a scrivere e parlare anche ragliando se necessario o semplicemente emettendo, con la piena personale libertà espressiva che oggi viene concessa, qualsiasi suono, a condizione che il suono emesso sia ritenuto corretto, innanzitutto dal ragliante medesimo che lo ha generato e poi dall’ascoltante il quale, senza nemmeno arrossire, dal profondo della sua commozione e del suo eccitato entusiasmo, riesca perfino a giudicarlo “bello”. E le regole? D'ora in poi tutto sarà regolato "ad libidum" e dal “fai da te”. Buonanotte Dante!

mercoledì 24 febbraio 2016

La legge e la certezza della pena

Purtroppo in Italia sta sparendo il concetto di “colpa” e quindi di “pena” per troppi dei fatti illeciti compiuti. La legge infatti ormai dimostra di non essere più in grado di imporre e garantire la certezza della pena, lasciando piuttosto tale incombenza ad un giudice qualsiasi il quale ne decide l’applicazione sulla base della propria personale interpretazione. Così accade che, in molti casi, la legge non sia OGGETTIVA come dovrebbe essere, ma sia invece diventata SOGGETTIVA in quanto assoggettata all'interpretazione del giudice il quale però, a sua volta, è consapevole che non sarà poi chiamato minimamente a rispondere, di fronte alla Giustizia, nel caso in cui la sua soggettiva interpretazione, dimostratasi errata, abbia consentito la reiterazione del reato da parte di chi non è stato da lui sottoposto alla pena prevista. I magistrati, quando vengono messi di fronte a tali spontanee osservazioni da parte della grande maggioranza della gente onesta, tendono solo a rivendicare il proprio diritto di poter interpretare la legge in quanto questa, a loro dire, molte volte si dimostra non chiara nelle sue applicazioni, dimenticando però di evidenziare il dovere morale di ogni giudice di sforzarsi ad applicare almeno quella minima dose di buon senso che, teoricamente, dovrebbe essere insita nel comportamento proprio di un magistrato "normale". A tale proposito io dico che, se la legge viene promulgata per essere al servizio dell'uomo e non per il contrario, allora deve valere anche il principio che, quando una legge si rivela carente o addirittura sbagliata in quanto va contro l’interesse ed il bene dell'uomo, occorre che questa venga al più presto cambiata per essere resa più chiara ed oggettiva nella sua applicazione, eliminando ogni elemento di soggettiva interpretazione che altrimenti continuerà a restare nella disponibilità del giudice il quale continuerà a vedersi confermato come il vero padrone di quella legge che pertanto il giudice medesimo potrà gestire a proprio insindacabile piacimento.

sabato 20 febbraio 2016

LA FAMIGLIA RIDOTTA A MANICHINI

L'abbandono del doveroso rispetto dei "fondamentali principi morali" porta a queste esagerazioni che, inevitabilmente, riporteranno l'uomo indietro nel tempo, all’epoca della Torre di Babele e cioè nella confusione più totale; una confusione che era stata imposta, a suo tempo, dallo stesso Creatore allo scopo di bloccare quel fenomeno di deriva morale provocato dal libidinoso atteggiamento di un’umanità precipitata, fin dai tempi biblici, nell’abisso della dissolutezza e della ribellione, in cui, anche la generazione umana dei nostri giorni, sta correndo il rischio di venire risucchiata. Quando l’uomo, sentendosi forte della propria potenza intellettuale, traboccante del suo presunto modernismo e progressismo illuminato, decide di attuare l’ardita ed illusoria pretesa di poter espropriare Dio della Sua esclusiva autorità nel dominio della regolamentazione delle leggi della natura che Egli solo ha ideato ed imposto per il funzionamento del Creato, pretendendo di assumerne il posto, la nave su cui egli si è incautamente imbarcato rifiutando di seguire ogni ispirazione emanata dal divino Nocchiero, inevitabilmente accade che, per quanto moderna e tecnologicamente avanzata, quella nave vada a fracassarsi sugli scogli aguzzi della superbia e della stoltezza umana. La famiglia naturale è il bene fondamentale che il perfetto disegno del Creatore ha stabilito fin dal momento della generazione della Vita, per la sua crescita, per il suo sviluppo e per garantirne tutta la sua gioiosa armonia. La Famiglia naturale, quella cioè scaturita dalle mani del suo Artefice che vi ha infuso il primo alito di Vita, rappresenta la cellula base della società umana, la quale non può crescere e rinnovarsi senza l’effetto vitale che, soltanto la formula originale e fondamentale, articolata nel duale rapporto Maschio+Femmina, è in grado di produrre. Tutte le altre formule, diverse da questa, per intenderci, del tipo Maschio+Maschio, Femmina+Femmina, Maschio+Cane, Donna+Gatto, ecc., non saranno mai in grado di funzionare in quanto espressioni di formule farlocche che mostrano soltanto i goffi tentativi di imitazione dell’ineguagliabile capolavoro di Dio e che, al massimo, riescono a produrre inutili ed imperfette copie di pseudo famiglie, molto più somiglianti a sterili manichini da vetrina.

mercoledì 3 febbraio 2016

LA FAMIGLIA

LA FAMIGLIA Io penso che l'istituzione "Famiglia" sia la formula inossidabile che viene da un passato molto lontano e che sia ancora perfettamente attuale. La Famiglia naturale è stata creata da Mani veramente esperte, fin dalla creazione universale, quando il Signore della Vita ne ha fatto dono all'intera umanità che sembra oggi voler rivendicare addirittura il diritto di apportarvi delle correzioni, come se il Creatore avesse dato vita ad un modello superato dal tempo. La Famiglia resta per molti di noi un modello perfetto che ha resistito nei millenni ed il genere umano, grazie a questo modello, ha potuto svilupparsi e crescere, utilizzando proprio l'insuperabile e geniale meccanismo voluto dal Creatore, basato sull'amore tra un uomo ed una donna che, ineluttabilmente riverbera, dal figlio generato nell'atto d'amore, sui propri genitori, i veri artefici della sua vita e quindi intimamente legati a quella indifesa creatura che ha, per questo, tutto il diritto di riconoscerli come tali e come tali di amarli, rispettarli ed essere a sua volta amata da loro.

sabato 30 gennaio 2016

LA DIFESA DELLA FAMIGLIA

Ho letto recentemente una notizia che riporta una presunta affermazione di un Presidente di regione, il quale avrebbe dichiarato che la Madonna, la Madre di Gesù, era una ragazza madre. Non ho elementi per verificare se quel governatore abbia effettivamente pronunciato quella bestemmia che offende Dio, la Sua Santissima Madre, la Chiesa Cattolica e tutti i credenti ma, al di là della veridicità o meno di una tale affermazione, si può oggettivamente rilevare come, in questi giorni, stiano emergendo, con straordinaria insistenza e frequenza, le più disparate considerazioni inequivocabilmente orientate alla demolizione di quei principi cardine che costituiscono i fondamenti della nostra cultura giudaico-cristiana e della nostra plurimillenaria fede religiosa. Traendo spunto dalla frase citata, riguardante la Madonna, con la quale la Madre di Dio è stata offensivamente ridotta ad una “semplice” ragazza madre di circa 2000 anni fa, è facile dedurre come tale squallida idea possa dimostrarsi utile soltanto a chi, in perfetta malafede, abbia avuto interesse a dimostrare come una famiglia possa funzionare senza il vincolo cogente delle regole tradizionali e naturali fino ad oggi osservate; ed è proprio attraverso il subdolo richiamo ad uno dei protagonisti del Vangelo che, in effetti, gli astuti detrattori della verità e della fede, vorrebbero lasciare intendere come anche la Famiglia di Nazareth non fosse poi stata così normale in quanto il matrimonio tra i due Sposi, sempre secondo il deviato e deviante ragionamento dei sedicenti moderni sapienti, sarebbe stato soltanto un “matrimonio riparatore” e quindi di convenienza. Ciò in totale spregio della Verità che è stata tramandata, di generazione in generazione e che costituisce l’essenza della dottrina religiosa nella quale i cristiani sono stati immersi, fin dalla loro nascita, con il battesimo. Il fazioso ragionamento appena richiamato viene pertanto utilizzato quale rozzo strumento di sostegno alla stravagante teoria che punta a far considerare “normale” qualsiasi configurazione di famiglia, svincolata da quella naturale, allo scopo di aprire un facile varco alla legittimazione di nuove teorie e regolamentazioni sulla famiglia stessa, come già si sta verificando nel corso dell’iter legislativo teso a formalizzare, come matrimonio, il connubio fra individui dello stesso sesso. Il motivo della costante insistenza con cui stanno proliferando le più disparate motivazioni, di carattere propagandistico, accuratamente sostenute da vari giornalisti e da noti comunicatori evidentemente proni alla linea dell’intransigente impostazione progressista, va ricercato nella primaria esigenza, da parte di questa scuola di pensiero, di ammonire l’opinione pubblica sul fatto che, considerare l’istituto della famiglia nell’accezione tradizionale del suo termine “naturale”, sia ormai un retaggio negativo e quindi da respingere, in quanto adatto soltanto ad una società antiquata e reazionaria. Ogni persona di buon senso, sia credente, sia non credente, è perfettamente in grado di valutare la diversità naturale che intercorre tra una coppia eterosessuale ed una coppia omosessuale; una differenza che può essere sinteticamente rappresentata dall’incontestabile enunciato che assegna soltanto alla prima la possibilità di generare figli e quindi di assicurare la riproduzione della specie. Pertanto si può affermare, senza dubbio che, dal punto di vista della potenzialità riproduttiva, la coppia omosessuale manchi almeno di un requisito e che, per questo, risulta menomata e quindi non completa come la coppia naturale. Ciò premesso, nel caso di coppie omosessuali, è giusto non frapporre ostacoli alle proposte di modifica delle leggi che regolano e garantiscono i rispettivi diritti della coppia costituita da individui dello stesso sesso, a condizione però che le integrazioni da apportare alla legge siano effettivamente limitate alla tutela dei diritti personali, evitando di promuovere ogni regolamentazione tesa a trasferire, surrettiziamente, in capo alla coppia omosessuale, i medesimi diritti/doveri che la Costituzione riserva soltanto alla coppia naturale, perché ciò costituirebbe di fatto una evidente forzata legittimazione di equivalenza del termine “matrimonio” con quello riferibile ad una “unione di coppia omosessuale” come si sta cercando di ottenere con il disegno di legge in corso di discussione sulle unioni civili. In realtà, per il cristiano, l’unica vera famiglia non può che essere quella su cui il Creatore ha lasciato incisa la propria impronta fin dal momento della creazione universale, alitando il proprio soffio vitale sull’uomo e sulla sua compagna, che era una donna. L’esclusività e l’unicità di questo modello perfetto è stata poi ulteriormente sottolineata e ribadita anche attraverso l’esempio evangelico della Sacra Famiglia di Nazareth, formata da un Padre maschio, da una Madre femmina e da un Figlio. Secondo gli interessati detrattori di questa inconfutabile Verità di principio, sia dal punto di vista naturale, sia da quello morale, la famiglia non dovrebbe essere più considerata, nella sua forma, come un’immagine statica ma piuttosto come una dinamica configurazione concettuale, da poter scegliere a seconda dei gusti e che, nella pratica, dovrebbe potere liberamente evolvere anche nelle varie e più diverse forme, diverse da quella naturale, come ad esempio, quella costituita da due individui del medesimo sesso. Per garantire tutto il proprio sostegno a questa tesi, i sedicenti moderni teorici, ben sostenuti dalle grandi e facoltose lobbies mondiali dei sabotatori della verità morale, hanno avviato e stanno alimentando un’intensa campagna mediatica attraverso la quale vorrebbero far percepire all’opinione pubblica il messaggio che ogni tentativo teso a difendere e mantenere lo status della famiglia, nella sua configurazione naturale, debba essere considerato al livello di tentativi reazionari e retrogradi da parte di chi vorrebbe precludere alla società civile la libertà di scegliere e di adottare qualsiasi forma e modalità per la costituzione e la tutela legale della famiglia, indipendentemente dall’unica legittima configurazione che oggi la Costituzione le riserva all’articolo 29, dove la indica quale società naturale (unione di un uomo e di una donna) fondata sul matrimonio. E’ questa l’unica barriera che la Costituzione italiana è in grado di opporre alla prorompente avanzata dei tentativi di cambiamento in atto e, una volta superato anche tale argine costituzionale, diventerà del tutto lecito chiedersi quanto tempo ancora si dovrà aspettare per vedere compiersi il passo successivo verso la totale disgregazione del genere umano quando, eliminata ogni residua resistenza da parte dei difensori della morale e del buon senso, verrà proposto di considerare famiglia anche l’entità costituita da tre soggetti : coppia omosessuale e cane regolarmente adottato! Senza voler insistere nell’affrontare, con la dovuta profondità e la più attenta valutazione che meriterebbe questo pericoloso e dissacrante atteggiamento, purtroppo assunto da una cospicua parte della nostra società civile, varrebbe la pena di lanciare un opportuno richiamo, almeno a coloro che si sentono legati alla propria Fede, esortandoli a prestare la propria vigile attenzione agli insegnamenti della Chiesa. La Chiesa, consapevole dei pericoli che deriveranno dalla formalizzazione di tali indirizzi legislativi, sta cercando di richiamare i propri fedeli al doveroso rispetto degli insegnamenti che Dio fa pervenire, in vari modi e indistintamente a tutti gli uomini, nessuno escluso, ispirando nei non credenti, opportune dosi di buon senso e, nei credenti, il necessario sostegno spirituale che viene reso grazie soprattutto alla preghiera, insieme all’immancabile aiuto morale per affrontare con coraggio il dovere cristiano di rendere chiara e ferma testimonianza in ogni fase di questa tragica guerra che è stata apertamente ingaggiata contro il Creatore della Vita e le sue leggi naturali. Purtroppo, dall’evoluzione dei ragionamenti che, in questi ultimi tempi, si stanno susseguendo sull’argomento, sembrerebbe quasi che un’improvvisa esigenza di cambiamento abbia contagiato molta gente, convinta che sia giunto ormai il momento di liberarsi delle ingombranti pastoie morali che, a loro dire, ne frenerebbero le aspirazioni più moderne e più evolute. In molte frange della società civile, si ha quasi l’impressione che sia stata lanciata una gara di emancipazione a cui in molti e sempre più numerosi, sono ansiosi di partecipare per riappropriarsi di una presunta perduta libertà di pensiero, di costume e di giudizio, lasciando trasparire un accanito atteggiamento di rivalsa tale da farli sembrare alimentati dal superbo quanto irresponsabile tentativo di volere espropriare, al Fautore della Vita, con una legge dello Stato, perfino il governo delle leggi naturali. Di fronte a queste prese di posizione che minano non solo le basi della nostra società civile e che tentano di imporre ulteriori passaggi sempre più rivoluzionari, come ad esempio la legalizzazione dell’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali, una volta approvata la legge che legittima l’unione fra persone dello stesso sesso, si rende necessario e doveroso assumere un responsabile atteggiamento di difesa dei principi fondamentali che sono alla base, oltre che della Fede, per i credenti, anche del futuro sviluppo di tutta la società civile. Anche il Papa ha espresso il suo pensiero chiaro sull’argomento, troncando i vari tentativi interpretativi di parte e di comodo che, in questi giorni, anche alcuni politici, prigionieri del proprio egoismo collegato alla più conveniente rendita di posizione da “seggio sicuro”, stanno tentando di spacciare la legge sulle unioni civili come una straordinaria e ineluttabile evoluzione etica della nostra società, richiamando ciò che è già stato fatto al riguardo in alcuni stati europei, da considerare per questo moderni ed illuminati. La realtà è che il rapido decadimento dei principi morali, come un virus inarrestabile, sta distruggendo tutto quanto è stato realizzato di buono in tanti secoli di storia nel solco fondamentale della nostra tradizione cristiana che ora purtroppo sta seriamente rischiando di soccombere sotto gli assalti dei suoi nemici.

domenica 24 gennaio 2016

LE BANCHE E L'ECONOMIA

Se ci fate caso, da quando c'è l'euro (fortissimamente voluto dal noto salume bolognese e dal sodale toscano poi diventato presidente della Repubblica) il numero delle banche è aumentato in modo vertiginoso mentre le altre attività che producono la vera ricchezza come le imprese medie e piccole, gli artigiani, ecc., vanno chiudendo lasciando disoccupata tantissima gente, soprattutto giovani. La differenza fra le banche e le piccole e medie imprese sta nel fatto che queste ultime producono, con grande sforzo e sacrificio, la ricchezza reale e cioè l'economia che fa crescere il PIL mentre le banche servono solo a divorare questa ricchezza ingrassando i grandi gruppi finanziari internazionali che hanno stabilito, nelle segrete stanze del potere, di fondare l'unione europea ed attivare la moneta unica al solo fine di creare il proprio incontrastato territorio di caccia grossa a spese dei poveri cittadini risparmiatori che hanno perso ormai ogni fiducia in queste pseudo istituzioni finanziarie che sono le banche le quali, per tenere in deposito i soldi risparmiati dalla gente, pur avendone la piena disponibilità per guadagnarci, pretendono anche di essere pagate dal risparmiatore per questo regalino. L'ultima trovata di questi finanzieri-vampiri, d'accordo con i propri supporter politici appositamente postisi al loro servizio, è quella che prevede il coinvolgimento dei risparmiatori nel pagamento dei debiti della banca che dovesse fallire... Naturalmente ci garantiscono i nostri politici (ben telecomandati dalla finanza internazionale) che le banche sono molto solide e che certi pericoli non si corrono, della serie "stai sereno caro risparmiatore". Credo che siamo ormai giunti alla esasperazione del buon senso al contrario.