sabato 2 aprile 2016
L’AUTONOMIA TRENTINA FRA ALPINI E SCHÜTZEN
Ognuno è libero di coltivare le proprie convinzioni come meglio crede; nel momento in cui si ritenesse opportuno coinvolgere gli altri sulle proprie idee, a mio parere, occorre sempre farlo sulle basi paritetiche del reciproco rispetto e dell’adeguata conoscenza dei fatti storici. Attraverso il mutuo rispetto e l'educazione è possibile dimostrare tutta la dovuta attenzione agli argomenti che vengono prospettati da chi non la pensa come noi mentre, con l'umiltà nell’ascolto delle ragioni dell’altro e con l'impegno ad approfondire i fatti storici reali, è possibile talvolta giungere anche all’obiettiva revisione di alcuni dei propri convincimenti. Non vedo infatti alcuna ragione di contrapposizione fra Alpini e Shützen in quanto personalmente, di ambedue le organizzazioni, ho sempre cercato di cogliere gli aspetti positivi che, in ogni tempo e in ogni luogo, ne hanno fatto e ne confermano l'onore. La contrapposizione esasperata fra le due fazioni nasce invece quando una vuole prevalere a tutti i costi sull'altra che, a sua volta, sentendosi attaccata, si incatena ancor di più ai propri convincimenti, provocando, nel confronto fra i due contendenti, la rinuncia, da ambo le parti, alla proficua ricerca delle cose che uniscono piuttosto che all’esaltazione di quelle che dividono. In definitiva, la realtà storica del Trentino è quella che è, non è un' opinione ma un’affermazione della Storia: un millennio durante il quale il nostro territorio ha svolto un importantissimo ruolo di cerniera fra due culture, a nord e a sud delle Alpi, fra quella sassone e quella latina. La Storia ci insegna che, fin dalla fondazione del Principato Vescovile, per tanti secoli, la nostra Terra e la sua popolazione hanno potuto godere di una forma di governo autonoma e di valide garanzie sulla protezione civile e militare; ciò proprio in virtù della sua appartenenza statutaria, al Sacro Romano Impero Germanico, decaduto solo nel 1804 per volere del tiranno francese Napoleone I. Anch'io ho prestato il servizio militare di leva come Ufficiale di complemento dell' Esercito italiano e ne vado fiero avendo dato 15 mesi della mia vita allo Stato Italiano, dove sono nato e cresciuto, come era giusto che fosse anche se, posso analogamente affermare che avrei tenuto il medesimo orgoglioso atteggiamento di onesto cittadino nel caso in cui avessi dovuto prestare il servizio militare nell'esercito austroungarico nell’eventualità di un diverso esito della 1^ guerra mondiale. Mio padre ad esempio, nato austriaco nel 1911, fra servizio militare di leva, guerra e richiami vari, ha dato, come Sottufficiale dell’esercito, ben 11 anni della sua vita alla “naja” italiana di cui, quasi tre, come prigioniero in Germania, mentre suo padre e suo fratello, nel 1° conflitto mondiale, militarono nell’esercito austroungarico al servizio degli Imperatori Francesco Giuseppe e Carlo I, per difendere la loro Patria, sia contro l'Italia, sia contro gli stati dell’Intesa. Tutto questo è Storia e non la si può ignorare; bisogna avere la volontà e la pazienza di leggerla con calma, dedicandole ogni opportuna riflessione ed avendo cura di attingere da varie e diversificate fonti per non rischiare di costruirsi delle idee preconfezionate da altri, come ad esempio quelle diffuse dai vincitori che, come sempre, la Storia la sanno raccontare molto bene ma solo dal proprio punto di vista. Occorre che gli Alpini Trentini tengano presente di essere figli e discendenti degli Schützen che, come loro, portavano e portano nell'animo lo stretto legame con il proprio territorio che, anche se viene spesso confuso con lo Stato, la nostra attuale Istituzione politica, sempre e comunque da rispettare, rappresenta nell’intimo di ognuno di noi la terra di origine dei padri. In questa accezione il territorio rappresenta quell’ambiente morale, quella casa ideale, diffusa tra le nostre montagne e adagiata sulle nostre verdi vallate ove affondano le radici delle nostre tradizioni, ove sono racchiusi i nostri ricordi e i nostri affetti più cari che hanno dato origine alla nostra cultura, offrendo alle generazioni passate di questa nostra terra materna e paterna le risorse basilari per la sopravvivenza e lo sviluppo della gente che qui ha vissuto e che ancora ci vive! E’ proprio grazie a queste considerazioni, forse attualmente non molto condivise dalle altre Regioni Italiane, tendenti piuttosto a considerare noi trentini come dei privilegiati, che il nostro Trentino ha potuto ottenere, dallo Stato Italiano, lo Statuto dell'Autonomia attraverso la quale viene sottolineata, ancora oggi e certamente senza eccezioni anche da parte degli Alpini trentini, questa nostra diversità storico-culturale e territoriale.
Marcello Serra
02/04/2016
venerdì 1 aprile 2016
DIMISSIONI MINISTRO GUIDI
Non conosco nei dettagli la vicenda che ha coinvolto il ministro Guidi e quindi non entro nel merito della questione, limitandomi soltanto a considerare come, nel suo complesso, il comportamento della classe dirigente che ha caratterizzato il quadro di riferimento socio-politico degli ultimi trenta-quarant’anni, non abbia mai effettivamente dato prova di volersi impegnare concretamente ad operare nell'interesse di tutti i cittadini, preferendo agire piuttosto con delle finalità tese ad alimentare e mantenere in funzione un perverso meccanismo, pagato sempre dalla gente comune, in grado di assicurare una sorta di "moto perpetuo", ad appannaggio del singolo, nei vari ruoli da lui prescelti, di volta in volta, a seconda delle più favorevoli occasioni del momento, come ad esempio quello di aspirante leader, di aspirante parassita, di cattivo maestro, di nano, di ballerino, di complice, di traditore di elettori, ecc., senza trascurare le astute invenzioni e la messa a punto di specifiche organizzazioni/carrozzoni, utili solo ad imbarcarvi tutta la pletora dei "portaborse" e dei vari "portatutto" che, girando all'interno e all'esterno dei Palazzi del Potere, vanno scroccando tutto ciò che sia possibile scroccare, ovviamente sempre a spese della Collettività. Questo moto perpetuo, "mutatis mutandis", nonostante l’attuale critica situazione generale in cui la popolazione si sta dibattendo fra mille difficoltà, continua imperturbato ancora a funzionare utilizzando, per il suo mantenimento, l'energia che sottrae in continuo dalle vene e dalle tasche della povera gente la quale, ignara e paziente, sembra ormai rassegnata a considerare tale vergognosa situazione quasi come una punizione ineluttabile da scontare, non si sa per quale colpa mai commessa. Purtroppo il quadro di riferimento in cui ci troviamo immersi, trae le sue origini ed affonda le sue radici nell’eccesso di leggerezza con cui tutti noi abbiamo tollerato, per troppo tempo, l’abbandono dei valori fondanti della nostra Società Civile, favorendo la formazione ed il consolidamento di una società, cosiddetta moderna, in cui la Morale che non è necessariamente una caratteristica dell'uomo di fede ma che appartiene al DNA dell'umanità, viene ignorata e calpestata da comportamenti e da leggi spesso ingiuste e talvolta immorali che sembrano premiare il misfatto ed il furbo che lo commette, trascurando invece di evidenziare ed esaltare il sacrificio quotidiano di chi la Morale la vive applicandola realmente anche a costo di soffrire dignitosamente nella povertà e nelle difficoltà quotidiane, rifiutando di macchiarsi della vergognosa colpa di fare ricorso agli aiuti e agli aiutini dei soliti "amici autorevoli" che invece, hanno da tempo allestito l’allegro circolo di “Mutuo Soccorso Perpetuo”, strettamente loro riservato, rigorosamente a spese della collettività. Spero tanto che al più presto possa germogliare e prendere forza, in tutte le persone di buona volontà, un efficace rinsavimento morale ed un convinto ritorno ai sani insegnamenti di quanti, prima di noi, con esemplare impegno, serietà, onestà e fatica, hanno saputo costruire questa nostra società civile, impostandola sulle solide basi della Correttezza, della Verità e della Giustizia.
ANNIVERSARIO DEL TRANSITO DEL BEATO CARLO I ( FUNCHAL 1° aprile 1922 )
Il Beato Carlo rappresenta il modello di Governante da cui ogni Popolo ambirebbe di poter essere guidato. I suoi princìpi furono la Fedeltà allo Stato, la Correttezza Istituzionale, l'Onestà e lo Spirito di Servizio offerto con benevolenza alla propria Gente, senza alcun tornaconto personale. La sua fu una Persona profondamente impegnata per il bene dei suoi Popoli e per la pace, quest'ultima quale obiettivo fondamentale da perseguire a tutti i costi come Egli dimostrò di volere inseguire nella sua seppur breve ma intensa attività di Imperatore. Come Uomo, Marito e Padre, seppe inoltre sempre dimostrare un profondo attaccamento ai princìpi morali alla base della sua inossidabile fede religiosa. Come Cittadino seppe dimostrare la propria incrollabile dignità, fino alla fine, vivendo, con la sua famiglia, un’ esistenza modesta e sacrificata a seguito del suo forzato esilio che seppe vivere facendo riflettere la sua splendida nobiltà d'animo che sempre ne caratterizzò l'esemplare comportamento.
RISPETTO PER IL PAPA
Al di là di ogni considerazione personale sull'atteggiamento del Sommo Pontefice, occorre avere rispetto per la Sua Persona e per ciò che Egli rappresenta: Egli infatti è il Successore di Pietro e Vicario di Cristo, come riportato chiaramente nel Vangelo che dichiariamo di volere onorare e rispettare come fedeli Cristiani Cattolici. Si può avere un'idea diversa dal Papa su come affrontare le problematiche che affliggono, specialmente i questi giorni, l'umanità ma ciò non deve indurci a pretendere di poter "insegnare" al Papa cosa Egli debba fare o non fare in quanto, come in tutti i suoi predecessori incoronati nei tempi passati e come quelli che, in futuro, siederanno sulla Cattedra di Pietro, il Papa viene eletto dal Collegio dei Cardinali attraverso l’autorevole intervento dello Spirito Santo che provvede ad illuminarlo e ad ispirarlo nel compimento del suo magistero, guidandolo e facendolo operare come solo Dio sa fare, per il bene dell'intera Umanità. Anche se talvolta certe scelte del Pontefice possono sembrare a qualcuno incomprensibili o contraddittorie, esse vanno comunque rispettate perchè questo è ciò che ci viene imposto dal Credo da noi proclamato come base fondamentale della nostra Fede.
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