domenica 6 marzo 2016
La monarchia Asburgica
Non v’è dubbio che la Monarchia Asburgica abbia dato prova, in tanti secoli del suo regno, di grande capacità e serietà nell'amministrare i propri Popoli dei quali, anche a fronte della molteplicità delle etnie (11 nazionalità) presenti nel loro Impero, ha sempre rispettato e difeso storia e tradizione. Inoltre, la vera forza degli Asburgo, scaturiva dal loro profondo senso dello Stato e dallo stretto legame con cui la grande Dinastia si rapportava con le sue popolazioni. Fin dai primi secoli del governo della Casa d’Asburgo che estendeva il proprio dominio su un vastissimo territorio compreso fra la Spagna e l’Austria, dall’Imperatore Massimiliano I al grande Carlo V, per citarne solo alcuni rappresentanti ed i loro antenati e successori, gli Asburgo hanno sempre dato prova di un profondo senso del dovere nell’amministrazione della cosa pubblica, introducendo importanti riforme per contribuire ad elevare il livello di qualità della vita e di sviluppo sociale delle popolazioni, compresa quella tirolese di lingua italiana. Basti ricordare la grandissima e indimenticabile Imperatrice Maria Teresa che considerava i propri concittadini innanzitutto come dei figli a cui dedicava con energia le proprie cure come una madre affettuosa e, allo stesso tempo, severa. Da Maria Teresa fu introdotta la legge che imponeva l’istruzione obbligatoria a tutti i cittadini fino all’età di 14 anni, a cura dello Stato e completamente gratuita; con l'introduzione della riforma del Catasto che divenne preciso e probatorio, venne introdotta l'uguaglianza dei doveri per il pagamento dei tributi e delle tasse; dovere che venne esteso anche alle categorie dei nobili e dell’alto clero che fino ad allora avevano goduto di esenzione totale. Altre importantissime riforme vennero introdotte da questa grande Imperatrice, come ad esempio quella dell'istituzione delle Accademie Militari per la formazione degli Ufficiali dell’esercito, a cui potevano accedere tutti i cittadini, anche i più poveri, purchè capaci e meritevoli, indipendentemente dal censo di appartenenza. Tutte cose queste che i “regnicoli” italiani, sottoposti, fin dal 1859 (a partire dall’annessione della Lombardia al regno di Sardegna) al governo della casa Savoia, neanche potevano immaginare di sognare! Anche se sappiamo bene che la Storia non potrà mai essere “riscritta” a posteriori, con le ipotesi dei "se" e dei "ma", seppure da un punto di vista teorico, non si potrebbe escludere del tutto l’eventualità che, se l'Italia si fosse mantenuta almeno neutrale, senza schierarsi, nel maggio 1915, a fianco delle potenze dell'Intesa (Francia, Inghilterra e Russia), anche a fronte dell'aiuto militare fornito a quelle stesse potenze dagli USA, intervenuti solo successivamente, la vittoria della 1^ guerra mondiale avrebbe potuto essere ottenuta dall'Austria-Ungheria e dalla Germania, sua alleata. In tale ipotetico caso, il diverso esito della prima guerra mondiale avrebbe senz’altro risparmiato all’umanità e all’Europa, la tragedia della 2^ guerra mondiale, provocata dal violento e sanguinario regime nazista, salito al potere in Germania nei primi anni trenta, al cui seguito, verso la fine degli anni trenta, si era accodato anche il disastroso governo fascista, instauratosi in Italia fin dal primo dopoguerra. Rimanendo sempre nel campo delle ipotesi teoriche, è possibile ritenere che, senza il verificarsi del tragico evento del secondo conflitto mondiale, molti stati del vecchio continente avrebbero potuto sviluppare pacificamente forme di collaborazione commerciale e di sviluppo industriale che avrebbero potuto evolvere anche verso la formazione di una federazione funzionante e ben organizzata la quale avrebbe rappresentato sicuramente un’ottima realtà costituzionale europea fin dalla prima metà del secolo scorso, anticipando così, di oltre un secolo, la vera Europa dei Popoli, sul modello di quello costruito, in tanti secoli, dagli Asburgo che lo seppero tenere in funzione, fino al secondo decennio del secolo scorso, con la grande figura di Francesco Giuseppe I e con quella del suo successore, il Beato Carlo I, ultimo Imperatore effettivo. Ma il quadro di riferimento che si delineava nella situazione europea, fin dagli ultimi decenni del XIX secolo, era un quadro che non lasciava tranquilli sia i Francesi, sia gli Anglo-Americani i quali, preoccupati di perdere il presidio delle rispettive egemonie commerciali, sia in Europa, sia nel mondo, a fronte dell’evidente crescente sviluppo industriale che in quel periodo andava caratterizzando l’efficienza organizzativa degli imperi centrali, per salvaguardare in primis i propri interessi, riuscirono a “convincere”, senza spendere neanche troppa fatica, l'Italia dei “sempreavidi” e “maisazi” Savoia, a tradire la Triplice Alleanza con la stipula dei PATTI SEGRETI di Londra nell’aprile 1915, nei quali era previsto che, entro un mese dalla data di stipula, l’Italia si impegnava a dichiarare guerra all’Austria-Ungheria. E fu così che il 23 maggio 1915, l’Italia dichiarò guerra all’Austria-Ungheria, senza che quest’ultima avesse svolto alcuna azione offensiva nei confronti degli italiani.
La monarchia Asburgica
Non v’è dubbio che la Monarchia Asburgica abbia dato prova, in tanti secoli del suo regno, di grande capacità e serietà nell'amministrare i propri Popoli dei quali, anche a fronte della molteplicità delle etnie (11 nazionalità) presenti nel loro Impero, ha sempre rispettato e difeso storia e tradizione. Inoltre, la vera forza degli Asburgo, scaturiva dal loro profondo senso dello Stato e dallo stretto legame con cui la grande Dinastia si rapportava con le sue popolazioni. Fin dai primi secoli del governo della Casa d’Asburgo che estendeva il proprio dominio su un vastissimo territorio compreso fra la Spagna e l’Austria, dall’Imperatore Massimiliano I al grande Carlo V, per citarne solo alcuni rappresentanti ed i loro antenati e successori, gli Asburgo hanno sempre dato prova di un profondo senso del dovere nell’amministrazione della cosa pubblica, introducendo importanti riforme per contribuire ad elevare il livello di qualità della vita e di sviluppo sociale delle popolazioni, compresa quella tirolese di lingua italiana. Basti ricordare la grandissima e indimenticabile Imperatrice Maria Teresa che considerava i propri concittadini innanzitutto come dei figli a cui dedicava con energia le proprie cure come una madre affettuosa e, allo stesso tempo, severa. Da Maria Teresa fu introdotta la legge che imponeva l’istruzione obbligatoria a tutti i cittadini fino all’età di 14 anni, a cura dello Stato e completamente gratuita; con l'introduzione della riforma del Catasto che divenne preciso e probatorio, venne introdotta l'uguaglianza dei doveri per il pagamento dei tributi e delle tasse; dovere che venne esteso anche alle categorie dei nobili e dell’alto clero che fino ad allora avevano goduto di esenzione totale. Altre importantissime riforme vennero introdotte da questa grande Imperatrice, come ad esempio quella dell'istituzione delle Accademie Militari per la formazione degli Ufficiali dell’esercito, a cui potevano accedere tutti i cittadini, anche i più poveri, purchè capaci e meritevoli, indipendentemente dal censo di appartenenza. Tutte cose queste che i “regnicoli” italiani, sottoposti, fin dal 1859 (a partire dall’annessione della Lombardia al regno di Sardegna) al governo della casa Savoia, neanche potevano immaginare di sognare! Anche se sappiamo bene che la Storia non potrà mai essere “riscritta” a posteriori, con le ipotesi dei "se" e dei "ma", seppure da un punto di vista teorico, non si potrebbe escludere del tutto l’eventualità che, se l'Italia si fosse mantenuta almeno neutrale, senza schierarsi, nel maggio 1915, a fianco delle potenze dell'Intesa (Francia, Inghilterra e Russia), anche a fronte dell'aiuto militare fornito a quelle stesse potenze dagli USA, intervenuti solo successivamente, la vittoria della 1^ guerra mondiale avrebbe potuto essere ottenuta dall'Austria-Ungheria e dalla Germania, sua alleata. In tale ipotetico caso, il diverso esito della prima guerra mondiale avrebbe senz’altro risparmiato all’umanità e all’Europa, la tragedia della 2^ guerra mondiale, provocata dal violento e sanguinario regime nazista, salito al potere in Germania nei primi anni trenta, al cui seguito, verso la fine degli anni trenta, si era accodato anche il disastroso governo fascista, instauratosi in Italia fin dal primo dopoguerra. Rimanendo sempre nel campo delle ipotesi teoriche, è possibile ritenere che, senza il verificarsi del tragico evento del secondo conflitto mondiale, molti stati del vecchio continente avrebbero potuto sviluppare pacificamente forme di collaborazione commerciale e di sviluppo industriale che avrebbero potuto evolvere anche verso la formazione di una federazione funzionante e ben organizzata la quale avrebbe rappresentato sicuramente un’ottima realtà costituzionale europea fin dalla prima metà del secolo scorso, anticipando così, di oltre un secolo, la vera Europa dei Popoli, sul modello di quello costruito, in tanti secoli, dagli Asburgo che lo seppero tenere in funzione, fino al secondo decennio del secolo scorso, con la grande figura di Francesco Giuseppe I e con quella del suo successore, il Beato Carlo I, ultimo Imperatore effettivo. Ma il quadro di riferimento che si delineava nella situazione europea, fin dagli ultimi decenni del XIX secolo, era un quadro che non lasciava tranquilli sia i Francesi, sia gli Anglo-Americani i quali, preoccupati di perdere il presidio delle rispettive egemonie commerciali, sia in Europa, sia nel mondo, a fronte dell’evidente crescente sviluppo industriale che in quel periodo andava caratterizzando l’efficienza organizzativa degli imperi centrali, per salvaguardare in primis i propri interessi, riuscirono a “convincere”, senza spendere neanche troppa fatica, l'Italia dei “sempreavidi” e “maisazi” Savoia, a tradire la Triplice Alleanza con la stipula dei PATTI SEGRETI di Londra nell’aprile 1915, nei quali era previsto che, entro un mese dalla data di stipula, l’Italia si impegnava a dichiarare guerra all’Austria-Ungheria. E fu così che il 23 maggio 1915, l’Italia dichiarò guerra all’Austria-Ungheria, senza che quest’ultima avesse svolto alcuna azione offensiva nei confronti degli italiani.
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